Perché in mare o lago si nuota più lentamente che in piscina?

Spiegazione biomeccanico-fisiologica basata su una ricerca recente


Tutto è nato da un confronto con un atleta che seguo nel triathlon. Durante i test in piscina riusciva a mantenere andature solide e regolari, ma nelle gare in acque libere — anche in condizioni ideali, come un lago calmo senza onde né corrente — il passo risultava sistematicamente più lento.
La domanda è sorta spontanea: perché accade questo, se lo sforzo percepito e i parametri fisiologici sembrano gli stessi?

Per rispondere a questa esigenza, lo stesso atleta ha approfondito la letteratura scientifica chiedendomi di interpretare lo studio molto interessante pubblicato recentemente su Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports (López-Belmonte et al., 2024), che mette in luce proprio questo fenomeno.

Lo studio: piscina vs acque libere

Il lavoro ha analizzato 14 triatleti élite (10 uomini e 4 donne, età media 23 anni) confrontando le loro prestazioni su 1500 m in piscina e in acque libere. I ricercatori hanno studiato variabili cinematiche (tecnica e ritmo di bracciata) e fisiologiche (frequenza cardiaca, lattato, consumo d’ossigeno).

I risultati principali

🔹 Cinematica (tecnica di nuoto)

  • In acque libere i nuotatori hanno mostrato una lunghezza di bracciata (SL) e un indice di efficienza (SI) inferiori.

  • Per compensare, hanno aumentato la frequenza di bracciata (SR).

  • Tradotto: si nuota con più “colpi di braccio” ma meno scivolamento ed efficienza rispetto alla piscina.

🔹 Fisiologia (cuore e metabolismo)

  • Nessuna differenza significativa in frequenza cardiaca, lattato ematico e consumo d’ossigeno tra i due ambienti.

  • Tuttavia, è emerso un rapporto di scambio respiratorio più basso in acque libere e una costante di tempo respiratoria più elevata, segnale di adattamenti specifici richiesti dall’ambiente.

🔹 Correlazioni tra ambienti

  • Gli atleti più veloci in acque libere sono anche quelli più forti in piscina (correlazione altissima, r = 0.958).

  • Le variabili cinematiche e fisiologiche mostrano forti legami tra i due contesti: chi è efficiente in piscina tende a esserlo anche in mare o lago, pur con le dovute differenze.

Interpretazione: perché rallentiamo in acque libere?

Lo studio conferma un aspetto fondamentale: non è la fisiologia a limitare il passo, ma la tecnica e il contesto ambientale.

Ecco i motivi principali:

  1. Assenza di virate → in piscina le spinte dalle pareti danno un contributo alla velocità media.

  2. Orientamento e “sighting” → in acque libere serve alzare la testa per controllare la direzione, interrompendo la fluidità della nuotata.

  3. Scorrevolezza ridotta → SL più corto significa meno propulsione per ogni bracciata.

  4. Variabili ambientali → visibilità, temperatura, corrente o contatto con altri atleti, anche se non presenti in tutte le condizioni, restano fattori di disturbo.

In sintesi: a parità di sforzo fisiologico, la nuotata in acque libere diventa meno efficiente dal punto di vista tecnico.

Consigli pratici per atleti e coach

  • Allenarsi in acque libere: non basta il lavoro in piscina, serve abituarsi all’ambiente reale di gara.

  • Curare la tecnica: lavorare su lunghezza e frequenza di bracciata in condizioni diverse, cercando di mantenere efficienza.

  • Esercitarsi nel sighting: inserire esercizi specifici per orientarsi senza compromettere troppo la nuotata.

  • Preparazione mentale e tattica: imparare a gestire variabili esterne come contatto con altri atleti, acque torbide e cambi di ritmo.

fonte:

Swimming Performance in Elite Triathletes: Comparison Between Open Water and Pool Conditions

(Ó. López-Belmonte et al; 2024) Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sportsol 34

Se anche tu hai notato una differenza di passo tra piscina e gare in acque libere, sappi che non sei solo: la scienza conferma questa tendenza. La buona notizia è che si può lavorare in modo mirato per ridurre il gap, migliorare la tecnica e adattarsi all’ambiente reale del triathlon.

Sono preparatore di triathlon, e aiuto atleti come te a trasformare queste difficoltà in punti di forza.
Se vuoi ottimizzare le tue prestazioni in acqua e arrivare più pronto alle gare, contattami:

insieme costruiremo un percorso di allenamento specifico per le tue esigenze.

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