Ormoni e Stato di Forma: Efficacia dell'Allenamento Consapevole
Alzi la mano chi non sa quanto ormoni e neurotrasmettitori possano interagire con l’allenamento e trasformare la performance in gara. Tutti conosciamo l’ormone della crescita #GH (Growth Hormone), coinvolto nei processi plastici di ricostruzione cellulare e con forte funzione anabolizzante. Sin dalla nascita fino alla pubertà i livelli sono alti, poi tendono a calare con picchi che emergono durante il sonno, con particolari stimoli d’allenamento o col digiuno.
Testosterone, Cortisolo e la sottile linea tra anabolismo e catabolismo
Altro ormone anabolizzante è il testosterone, responsabile della maturazione degli spermatozoi e dei caratteri maschili come barba, aggressività, vitalità; regola anche glucosio e pressione sanguigna. È presente pure nelle donne in forma ridotta, poi convertito in estrogeni per i caratteri femminili. Diversamente, un ormone catabolico è il #cortisolo, detto “ormone dello stress”, che aumenta dopo esercizi prolungati, interventi, o condizioni emotive critiche. La sua funzione è attivare reazioni rapide mobilitando energie ed è pure il più potente antinfiammatorio naturale.
Neurotrasmettitori: adrenalina, noradrenalina e co.
Poi i neurotrasmettitori: epinefrina (adrenalina) con azione eccitatoria che prepara all’attacco o fuga, e norepinefrina (noradrenalina), sinergica ma con funzioni anche opposte. Da non trascurare triptofano, serotonina, melatonina, tiroxina, insulina, glucagone: ruoli meno appariscenti ma fondamentali.
Perché il doping distrugge l’equilibrio naturale
Questi equilibri, frutto di milioni di anni di evoluzione, non vanno alterati artificialmente: salvo necessità mediche, integrarne dall’esterno è pericoloso. Parliamo di doping! Un esempio? Il testosterone: può dare subito risultati ma compromette la produzione endogena con danni permanenti.
L’unica via corretta: stimolazione endogena
L’unico metodo corretto e salutare per stimolare ormoni anabolizzanti è endogeno: abitudini sane, allenamento mirato e processi cognitivi. Lavori massimali alattacidi a digiuno sotto i 15’ aumentano testosterone e GH, se inseriti correttamente nel piano atletico. Un coach preparato conosce bene il tema e con richiami di forza/funzionale stimola il rilascio ormonale.
Feedback atleta-coach: la bussola ormonale
L’ideale sarebbe monitorare i livelli ormonali, ma poiché i test sono costosi e medici, si ricorre al feedback atleta-coach: calo della libido = testosterone giù, cortisolo su. Qui l’allenamento va rivisto: meno volume, più intensità o addirittura sospeso, con stretching e yoga per umore e recupero. La cura migliore resta riposo, buon cibo, sonno e relax. Una vacanza col partner è il reset ideale.
Sport: ciclo o dipendenza?
Molti pensano all’allenamento come un ciclo: alleni, recuperi, supercompensi e cresci. Ma è vero solo in condizioni ottimali. Lo sport genera dipendenza, come una droga: ridurre o sospendere crea crisi e stress. Qui nasce il dubbio amletico: ottimizzare l’equilibrio ormonale o soddisfare la dipendenza?
Veri atleti vs drogati di sport
Il primo caso è da veri atleti, il secondo da amatori. L’ideale è caricare nei momenti favorevoli della vita (lavoro, amore, serenità) e ridurre nei periodi bui (problemi economici, malattie, insonnia). Chi si allena ogni giorno ad orari folli non è atleta ma drogato di sport!
Mindfulness e immagini mentali: la nuova frontiera
I più moderni utilizzano metodi meditativi (mindfulness) per stimolare ormoni positivi. Immagini negative, al contrario, deviano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene verso catabolismo, con cortisolo e norepinefrina che causano insonnia, cattiva digestione e immunodepressione.
Tecnologia sì, ma con cervello
Per questo serve feedback continuo col coach e software avanzati (Training Peaks – WKO5), strumenti potenti se letti da professionisti. Ma attenzione: i software automatici che calcolano solo carichi esterni (ATL, CTL, TSB) fanno sorridere, perché ignorano i carichi emotivi interni, molto più impattanti.
Personalizzazione: la chiave del successo
Così come non esistono schede uguali per tutti, un coach deve conoscere tutto dell’atleta per modulare quantità e qualità nel rispetto della privacy. Se il lavoro è fatto bene, l’atleta arriva in gara nello stato di FLOW o PEAK PERFORMANCE, con tutto al posto giusto.
Prepararsi al momento perfetto
La mindfulness porta in questa direzione, così come la musica pre-gara che migliora la concentrazione, purché non troppo alta o bassa. “Non indugiare su cosa hai fatto, non sognare ciò che accadrà dopo, concentra la mente sul presente” (Buddha).
Doping = sconfitta certa
Se credi che un farmaco col simbolo “doping” ti renda vincente, hai già perso: significa immagine fragile e debole di te stesso. La vera vittoria è nella meditazione consapevole e nel focus sull’allenamento: farlo al meglio diffonde i tuoi ormoni come un ruscello, rendendoti più forte.
La pratica deliberata: il segreto dei campioni
Con un Istruttore di Mindfulness tutto sarà più facile. Svolgi il tuo allenamento del giorno con “pratica deliberata”? Non temere chi ha provato 10.000 calci una volta, ma chi ne ha praticato uno 10.000 volte.
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