Allenamento invernale: come programmare al meglio il Periodo Generale

Arriva l’inverno e con esso il momento di pianificare la programmazione generale dopo il Periodo di Transizione, che segna il passaggio dalla vecchia alla nuova stagione agonistica. Per molti sport di resistenza – come running, ciclismo e triathlon – il periodo generale coincide proprio con i mesi più freddi, durante i quali ci si prepara con buoni propositi a costruire la base aerobica attraverso allenamenti lunghi e a bassa intensità.

L’obiettivo è chiaro: accumulare volume in vista di maratone e mezze maratone per i runner, granfondo e marathon per i ciclisti, Ironman e 70.3 per i triatleti.

Perché il fondo aerobico è importante

Gli allenamenti a bassa intensità permettono di sviluppare adattamenti fondamentali:

  • aumento della capillarizzazione periferica,

  • maggiore densità ed efficienza mitocondriale,

  • miglioramento dell’efficienza respiratoria.

Tutti meccanismi che consentono di mantenere una buona velocità di crociera e gestire meglio la fatica.

Ma è davvero sufficiente?

Le ricerche più recenti (Damasceno et al., 2015) hanno dimostrato che il vero fattore limitante nelle competizioni non è solo la resistenza aerobica costruita con ore e ore di fondo lento, ma piuttosto l’intervento di altri sistemi fisiologici e bioenergetici.

Questi meccanismi, spesso trascurati nell’endurance, sono in realtà decisivi:

  • i fosfageni, tipici degli sprinter,

  • i sistemi glicolitici lattacidi, propri dei mezzofondisti o dei ciclisti finisseur.

Allenare anche questi sistemi già nel periodo generale – e non solo nelle fasi specifiche – permette di avere il giusto sostegno energetico nei momenti decisivi della gara.

Un sistema “ibrido” come un’auto moderna

Possiamo immaginare il corpo come un’auto ibrida. Durante una maratona o una granfondo, il motore principale è quello aerobico, ma ogni volta che affrontiamo una salita, un rilancio o un’accelerazione, entra in gioco il motore anaerobico. Sul finale di gara, quando la fatica diventa predominante, solo chi dispone di una buona riserva anaerobica riesce a fare la differenza.

Periodizzazione: classica, a blocchi o inversa?

Ogni atleta ha la sua strada. Tra i modelli più utilizzati troviamo la periodizzazione classica, quella a blocchi e la cosiddetta periodizzazione inversa. Quest’ultima, molto adatta agli Age Group, prevede l’inserimento di lavori ad alta intensità (HIIT) già nei mesi invernali, per poi lasciare spazio agli allenamenti aerobici e di soglia nel periodo speciale.

Cosa fare in inverno

Il periodo generale non significa solo lunghe uscite a bassa intensità. Al contrario, è il momento ideale per:

  • Allenamenti brevi ma intensi: ripetute, intervallati, intermittenti, anche doppi giornalieri da circa un’ora.

  • Forza in palestra: con sovraccarichi vicini al massimale (5-6 serie da 4 ripetizioni) su esercizi fondamentali come squat, stacchi, panca, trazioni, military press.

  • Core stability: plank statici e dinamici, esercizi con elastici e lavori in isometria.

  • Tecnica: gesti tecnici di corsa, agilizzazione in bici, lavori di conduzione del mezzo.

  • Prevenzione infortuni: esercizi in isometria monopodalici su superfici instabili, lavori in quadrupedia per gli arti superiori.

  • Recupero e mobilità: stretching, foam roller o massaggio.

Con l’avvicinarsi del periodo pre-agonistico, i lavori di forza diventano circuiti, gli HIIT lasciano spazio a esercitazioni di soglia e i volumi complessivi si riducono, aumentando invece la specificità e l’intensità.

La chiave: personalizzazione

Non esiste un modello valido per tutti. Ogni atleta deve seguire un percorso cucito su misura, basato sulle proprie caratteristiche, sul vissuto atletico, sul modello prestativo della gara e soprattutto sui risultati dei test di valutazione funzionale.

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