I ciclisti élite sono meno stabili dei principianti?!
La scienza svela l'inatteso dietro la performance: l’esponente di Lyapunov ci dice tutto
Possibile che l'élite del ciclismo sia meno stabile dei principianti?
Sembra assurdo, quasi provocatorio. Ma è esattamente ciò che emerge da un recente studio basato sull’analisi dell’esponente di Lyapunov (LyE): un indice matematico di derivazione caotica che misura l’instabilità di un sistema dinamico. Tradotto per i non addetti ai lavori: più alto è il LyE, maggiore è l’imprevedibilità del movimento. E indovinate? I ciclisti d’élite, sì, proprio loro, ne hanno mostrato uno più alto di quello dei principianti.
Ma come è possibile?
Il paradigma comune vorrebbe che l’esperienza e l’allenamento rendano un atleta più efficiente e più stabile. Ma quando la prestazione viene scomposta nelle sue componenti più intime, e analizzata con sensori inerziali (IMU) e metriche avanzate come il LyE, la verità diventa più complessa. I ciclisti professionisti analizzati in questa ricerca mostravano una maggiore instabilità nei movimenti di testa, torace, bacino e tibia, rispetto ai loro colleghi meno esperti.
Sconvolgente? Forse. Ma c’è una spiegazione che affonda le radici in concetti avanzati di biomeccanica e teoria dei sistemi dinamici (DST).
Il contesto cambia tutto: ecco l'effetto dell’ambiente
I test sono stati svolti su Wattbike in laboratorio, dove la resistenza aerodinamica non gioca alcun ruolo. In questo contesto, i ciclisti d’élite potrebbero aver inconsciamente abbandonato strategie posturali conservative per massimizzare la potenza, muovendosi di più, scrollandosi di più, cercando ogni watt. Il risultato? Un aumento dell’instabilità misurato dal LyE. Ma attenzione: ciò che in laboratorio sembra “instabile” potrebbe rappresentare una strategia motoria adattiva ed efficace in quel preciso contesto.
Il LyE: da caos a comprensione del gesto atletico
L’esponente di Lyapunov è uno strumento estremamente sensibile: riesce a cogliere le fluttuazioni microscopiche del movimento umano. Un LyE elevato non significa necessariamente “movimento inefficiente”, ma potrebbe indicare una maggiore flessibilità adattiva del sistema neuromuscolare, specialmente sotto stress.
Tuttavia, lo studio dimostra anche che la testa e il torace diventano progressivamente più instabili con l’avanzare della fatica, sia nei principianti sia nei professionisti. Ed è qui che entrano in gioco le performance reali: una postura instabile potrebbe incrementare la resistenza aerodinamica, specialmente in un velodromo dove ogni millisecondo conta.
Il punto critico: HANNO VALUTATO i ciclisti nel posto sbagliato?
Se l’ambiente influenza così profondamente la dinamica del gesto, forse non stiamo misurando ciò che davvero conta. Serve più ricerca sul campo, nei velodromi, in galleria del vento, con test ecologicamente validi. Solo così potremo capire se un alto LyE sia una minaccia alla performance o, al contrario, un segno di raffinatezza motoria.
Provocazione finale:
E se la “stabilità” non fosse un segno di bravura ma un limite?
Forse i ciclisti più esperti si muovono di più non perché sono meno bravi, ma perché sanno come piegare il movimento ai propri obiettivi.
fonte:
A comparison between novice and elite cyclists movement stability during cycling
(P. Grimshaw et all; 2025) Journal of Sports Sciences Volume 43, 2025
La prossima rivoluzione dell’allenamento passerà per l’analisi non lineare del gesto atletico?
Il Lyapunov sarà un parametro che si aggiunge alla FTP?
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